Mobilità e orientamento per la persona con disabilità visiva

Tania Violin

Da sapere

Quando parliamo di un percorso di riabilitazione per persone con disabilità visiva, spesso ci imbattiamo in diciture come training di mobilità e orientamento. Che cosa significa?

L’orientamento rappresenta il complesso processo cognitivo-percettivo di raccolta ed elaborazione di informazioni sensoriali provenienti dall’ambiente e dal proprio corpo, mediante il quale il soggetto si mette in relazione con gli oggetti e i soggetti del mondo circostante.

La mobilità è invece la capacità, abilità e disposizione a muoversi autonomamente in ambienti familiari e contesti sconosciuti con la massima sicurezza, il minimo sforzo e il massimo rendimento.

Un percorso di mobilità e orientamento per persone con disabilità visiva ha quindi come obiettivo quello di restituire all’utente la possibilità di muoversi in modo indipendente. Quando c’è un deficit visivo – una forma di ipovisione grave o la cecità totale – spostarsi senza l’aiuto di una persona vedente può essere una seria difficoltà. Per questo è importante iniziare il training il prima possibile: per i bambini diventerà naturale muoversi in autonomia e sicurezza con l’aiuto del bastone bianco, mentre per chi ha perso la vista in età adulta – grazie al supporto di operatori specializzati – diventerà più semplice padroneggiare le tecniche di mobilità e orientamento.

Il training in mobilità e orientamento  per persone con disabilità visiva ha come obiettivo quello di restituire all'utente la possibilità di muoversi in modo indipendente
Iniziare il training di mobilità e orientamento fin da bambini permette di usare il bastone bianco con naturalezza e padroneggiare la tecnica

Organizzare i propri spostamenti in autonomia e con consapevolezza, utilizzando strategie che garantiscano la piena sicurezza personale, permette alla persona con disabilità visiva di progettare la propria vita in modo indipendente, senza dover chiedere l’aiuto altrui. Grazie al training in mobilità e orientamento la persona non vedente o ipovedente può muoversi con sicurezza e in autonomia in situazioni e ambienti noti, ma anche sconosciuti.

Quali tecniche si imparano in un percorso di mobilità e orientamento?

Sono diverse le tecniche che vengono insegnate durante un percorso di mobilità e orientamento. In particolare segnaliamo:

  • tecniche di accompagnamento – il primo supporto per la mobilità è sicuramente l’accompagnatore vedente, a cui affidarsi almeno inizialmente – quando ancora non si padroneggia l’utilizzo del bastone bianco o non ci si sa muovere in città – per evitare rischi e ostacoli sul percorso. È importante conoscere le tecniche di accompagnamento per sentirsi sicuri, evitare di sbattere o inciampare, ma anche perché in questo modo l’accompagnatore sarà più tranquillo.
  • tecniche di protezione del corpo – da utilizzare in ambienti che si conoscono bene, quando ci si muove senza ausili. Queste tecniche consentono di esplorare un ambiente e muoversi in sicurezza, evitando di farsi male, magari sbattendo contro mobili o altri oggetti.
  • tecniche di utilizzo del bastone bianco – il bastone bianco è lo strumento principale a supporto della mobilità autonoma per le persone non vedenti. Padroneggiarne l’uso consente innanzitutto di riconoscere ostacoli e pericoli lungo il cammino, ma anche di sfruttare il sistema di piste tattili che si trova sempre più spesso in città (in stazione, alle fermate dell’autobus, agli attraversamenti pedonali e in tanti altri luoghi).
  • training in ambiente urbano – una volta acquisita confidenza con le tecniche precedenti, si passa alle sedute in giro per la città. Accompagnati da un operatore specializzato, si studiano i percorsi abituali (per es. casa-scuola-lavoro), si impara ad attraversare la strada, a prendere l’autobus, a trovare senza sforzo i propri punti di riferimento, a sfruttare tutti i sensi residui per muoversi con il maggior grado possibile di autonomia.